
Di Giulia Lazzarotti
Ad inizio Novembre, nella splendida cornice del Coronet Theatre a Notting Hill, si è svolto il FILL – Festival della letteratura italiana a Londra. In quell’occasione ho avuto l’opportunità di parlare con Aboubakar Soumahoro, sindacalista dell’USB (Unione Sindacale di base) e scrittore, il titolo del suo primo libro è “Umanità in Rivolta”. E proprio di Umanità si è discusso nei vari interventi del festival e non solo. Anche di disumanizzazione, ruolo dei media nelle narrazioni, violenza istituzionale in America, tematiche che restano pericolosamente attuali.
Sono trascorsi circa 8 mesi da quell’intervista, mesi difficili e inaspettati dove il mondo intero ha dovuto ricalibrare le proprie necessità e risorse per affrontare una pandemia.
Dopo l’uccisione da parte delle forze di polizia di Breonna Taylor, di George Floyd in US e le manifestazioni in tutto il mondo portate avanti dal movimento Black Lives Matter.
Dopo le recenti proteste di Mondragone, e la morte di Mohamed Ben Ali nella baraccopoli di Borgo Mezzanone… Voglio riproporre le parole di Aboubakar.
Credo che le questioni affrontate in questa intervista trovino spazio anche oggi, a distanza di mesi, ed in vista di nuove lotte. Insieme.

Il 5 Luglio in piazza San Giovanni a Roma si terranno gli Stati Popolari, Aboubakar Soumahoro, Cathy La Torre (avvocata e attivista LGBTQ+) e tantissime altre persone finalmente parleranno di diritti, contro ogni forma di oppressione. Affinché “Invisibili” non lo siano più.
Qui potete trovare il mio report del festival:
“Dehumanization goes on stage at the Festival of Italian Literature“.