immagine tratta da Twitter.com
Il nuovo spot della Chicco solleva polemiche:
Ironia mal riuscita o rigurgito di ciò che fu?
di G.L.
In questi ultimi giorni sta suscitando grande interesse uno spot della Chicco, noto brand specializzato nel baby care dagli anni ‘60, che ha come scopo l’incremento delle nascite.
Lo spot, come in molti abbiamo visto, prende spunto dall’assenza dell’Italia ai mondiali per parlarci del baby boom al quale siamo soliti assistere – sempre secondo la voce narrante – dopo la vittoria del campionato mondiale da parte della nazionale.
Come da tradizione è già partito il tipico tifo da stadio tutto italiota a colpi di hashtag, #iostoconchicco, e prese di posizione nette a favore o contro.
Non possiamo fare a meno di notare quanto sia inquietante e di pessimo gusto uno spot come questo, per svariate ragioni.
Analizziamone alcune.
“Finire sempre con baby boom, un’esplosione puntuale, una pioggia di neonati che ci ha allagato di ottimismo, facendo dell’Italia una nazione straordinaria”, provate a cercare questo fantomatico baby boom avvenuto nei nove mesi successivi alla vittoria dell’Italia ai mondiali; trovate niente? No?
Dicesi leggenda metropolitana, come citato anche in un articolo de Il Post, basta andare a controllare i dati Istat per avere la smentita ufficiale.
La voce narrante continua dicendo che, ahimé, la realtà oggi è diversa, ma attenzione perché per i creatori della pubblicità la soluzione è “ovvia”! Facciamo un altro baby boom!
Da lì inizia la vera e propria litania che ci fa domandare come sia possibile che, nel 2018, possa passare un messaggio tanto nazionalista quanto discriminatorio.
Per chi dobbiamo farli questi bambini? Trilioni di bambini?! Ma per l’Italia! Per rendere grande la nostra nazione! Ne abbiamo “bisogno” dicono, riferendosi al calo della natalità nel nostro Paese. E quindi che si fa?
Lo spot ci esorta a fare sesso, a moltiplicarci, a farlo ovunque, dovunque e comunque sia. A farlo per amore, o per il semplice gusto di farlo ma, perché c’è un ma implicito, sempre con lo scopo di riprodurci. “Riportiamo l’Italia dove è giusto che stia”.
Di materiale ce ne hanno regalato parecchio, e probabilmente non è un caso che una pubblicità di questo tipo, nasca proprio in questo momento storico, dove si tenta di riportare a galla uno spirito nazionalista malsano, di chiusura, di odio verso chi percepiamo come “diverso”, di elogio dei confini e della tradizione.
Verrebbe da pensare sia un’idea del ministro Fontana; in proposito vogliamo notare come il sostegno alla Chicco di Giorgia Meloni non si sia fatto attendere, anche lei buttatasi sull’hashtag #iostoconchicco.
Le riflessioni sono molteplici; a chi trova questa pubblicità un po’ goliardica, ironica, e addirittura “normale” dato che la Chicco deve sperare in una ripresa delle nascite, data la missione del marchio… Rispondiamo con una domanda: si poteva farla in modo non discriminatorio, sessista, vagamente fascista? Siamo certi di sì.
Questa esortazione a figliare è discriminatoria innanzitutto per chi i figli non li può avere, e parliamo di uomini e donne.
Vede le donne principalmente come incubatrici, estremizzando, ci fa pensare che la serie distopica – basata su un romanzo della scrittrice Margaret Atwood del 1985 – “The Handmaid’s Tale”, non sia così inverosimile nella sua matrice di pensiero fondante.
Le immagini che si susseguono non tengono conto delle famiglie omosessuali ma soltanto della cosiddetta “famiglia tradizionale”, non appare nemmeno una coppia omosessuale nel simpatico video, eppure esistono e sono riconosciute dalla legge… Forse dovremmo ricordarlo anche all’azienda.
Non tiene conto della libera scelta di ognuno, inutile dire “facciamolo per il piacere di farlo” se comunque il fine ultimo è “baby boom”. Questa logica mussoliniana che ritorna, questo utilizzare la nazionale di calcio italiana per spronare a fare figli per il Paese è una maschera.
Ciò che lo spot veramente ci dice è questo: Donne – intese ancora come uteri, più che come esseri senzienti – moltiplicatevi! Moltiplicatevi “comunque sia”.
A Chicco non importa se la persona accanto a voi sia un perfetto sconosciuto, se vi sia amore, se si tratti di un marito violento, o semplicemente di un passante con cui non vorreste condividere un secondo in più… Chi se ne importa, figliate! Lo scopo primo è riprodursi, moltiplicarsi all’infinito! E non ci interessa se amate una persona del vostro sesso, se non è questo che avete scelto nella vita, figliate perché quei bambini ci servono!! Badate, saranno dell’Italia prima che vostri, eserciti di bambini italiani che serviranno a far grande la nostra nazione! Ne vogliamo a bizzeffe, milioni, trilioni! Per portare l’Italia dove è giusto che stia…
Scusate, precisamente, dove dovrebbe stare l’Italia? Forse all’ultimo gradino per i diritti civili e la parità tra individui, basandoci su slogan come questi.
La logica nazionalista è innegabile, viene ripetuta come un mantra la nostra presunta appartenenza al suolo italico, per poi tentare di smorzare con immagini di persone che si accoppiano nei modi più disparati, cercando di comunicare un’idea di modernità libertina che di fatto non sussiste, ma che diventa parodia grottesca.
Siamo portati a credere che, tranne nel ben noto momento del fertility day a cura della ministra Beatrice Lorenzin, non ci fosse periodo più giusto di questo per far presa sulle persone con uno spot del genere, chissà se piacerà anche a Mario Adinolfi, e se ci sarà una Marcia per la Vita sponsorizzata Chicco.
Una domanda vorremmo farla a questa azienda: Cosa vi è successo? Che abbiate al marketing lo stesso fine pensatore del cartellone Cielo Alto apparso a Genova in questi giorni? Chi avete assunto?
Abbiamo cercato alcune delle vostre pubblicità passate e – provando a sorvolare su quanto fossero patinate le famiglie – mai si sono visti livelli così infimi e giudicanti, veniva comunque trasmesso un messaggio positivo.
Non credete ci sia bisogno di idee progressiste ed inclusive per far sì che donne e uomini, genitori e non, si avvicinino alla vostra azienda, senza sentirsi messi da parte od offesi da narrazioni pericolose come quella appena vista?
Riuscirci sì, sarebbe un bel goal.
Una cosa è evidente: avete abbandonato la vita spericolata in favore della vita e basta, a qualunque costo… Del resto,
Il numero è potenza!
Chicco, devi farne di strada, bimbo.
Giulia Saravini Lazzarotti
1 thought on “Trilioni di bambini!”